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Weiss, Enrico

Intra, 1851
Intra, 2 marzo 1898

«Nel pomeriggio di mercoledì scorso 2 cvorrente marzo si spegneva una nobile figura e preziosa esistenza. Il nostro concittadino Enrico Weiss cessava di vivere quasi repentinamente, a soli 47 anni, quando appunto la malattia che lo travagliava da parecchio tempo pareva cedere ai sussidi dell'arte ed alle cure amorose della famiglia, e ne apriva il cuore a bene sperare.
La tristissima nuova destò in tutta la cittadinanza una sincera e dolorosa commozione, un vivo e profondo rammarico. Poiché Enrico Weiss aveva saputo nella sua breve e feconda esistenza guadagnarsi l'affetto e la stima dell'universale. Tutti appprezzavano ed amavano in lui il marito e padre amorosissimo, il cittadino esemplare adoprantesi ognora per il pubblico bene, l'uomo di commercio intelligente, attivissimo, integerrimo. Procuratore e collaboratore da oltre trent'anni, della importante Ditta Carlo Sutermeister e C. dimostrò nel suo ufficio una operosità così amorosamente sollecita, illuminata e devota da essere amato e considerato dal suo capo quasi un famigliare.
Anche la vita cittadina, massime le istituzioni benefiche, utili e geniali ebbero in lui un fervido cooperatore. La Sezione Verbano del C.A.I. lo ebbe socio fondatore, segretario e membro della Direzione, zelantissimo: per il suo costante e fecondo apostolato nel promuovere e favorire lo sviluppo di questa nobile palestra delle membra e degli animi e nel diffondere i principii e gli scopi fu nominato da parecchi anni Socio onorario perpetuo della Sezione. Il Corpo dei Civici Pompieri, l'Asilo Infantile, la Società Orchestrale Euterpe, la Musica Cittadina, il Comizio Agrario di Pallanza, le nostre scuole serale e tecniche lo ebbero consigliere sagace, attivo e illuminato.
Nonostante le molte e gravi occupazioni e cure del suo ufficio, e la non robusta fibbra, sottraendo le ore al riposo, agli svaghi, egli esplicò una attività veramente prodigiosa cooperando possentemente al decoro, al progresso ed al benessere della nostra Intra».

La Vedetta, 5 marzo 1898

[Leonardo Parachini]