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Innocenti, Bernardino

Pallanza, 10 dicembre 1609
Pallanza, 29 agosto 1661

Il primo ch’io conosca e più celebre di tutti è il giureconsulto Bernardino. Era questi figlio di Bartolomeo, e nipote del sunnominato Giambattista Innocenti, che fu dottore in ambe le leggi, e prevosto della patria Collegiata, e morì nell’anno 1675.
Volendosi Bernardino dedicare allo studio legale si portò giovanetto in Pavia per frequentarvi le scuole in quella Università; ma in quella vece si abbandonò ai vizii di quella età, per la qual cosa insieme con altri compagni venne fatto rinchiudere nel Castello di questa città. Ma poco appresso corrompendo con denari i custodi poté fuggirsene e ritirarsi in Bologna, dove attese di proposito allo studio e conseguì dopo alcuni anni la laurea. Restituito graziosamente alla patria, e, rivestito secondo l’uso di quei tempi l’abito clericale, si diede quivi tutto all’esercizio della sua professione legale, nella quale ebbe ad acquistarsi tale e tanta riputazione da divenire in breve uno dei più celebri giureconsulti del suo tempo ed essere venerato dai suoi contemporanei quale oracolo legale della Lombardia.
Ebbe nondimeno i suoi emoli: egli però seppe colla sua prudenza e con una certa naturale affabilità trionfare di tutti, per cui nel patrocinio delle cause poté procacciarsi la stima eziandio del re cattolico Filippo IV, il quale, mercé l’intercessione del gran cancelliere Didaco Zapatta, lo creò patrono del fisco in tutto il ducato di Milano. Se non che poco poté egli godere di tanta onorificenza, perocché pochi giorni dopo fu colto dalla morte nell’ancor fresca età di anni cinquantadue.
Morì in patria il giorno 29 agosto dell’anno 1661 e fu sepolto nella Chiesa collegiata. Pallanza le cui ragioni aveva sempre con calore e con frutto sostenute, riconoscente ai prestati servigi, gli fece collocare il seguente epitaffio, pubblicato anche dall’Argelati:

Bernardinus Innocentius I. C. excell
publicae natus felicitati
sibi suis patriae ornamento
causarum patrocinio
advocatus insignis
quandiu vixit
gratuito patriam
legibus voce calamo
propugnavit
omnibus unice carus
omnibus luctuosum
sibi extremum diem obiit
anno aetatis LII
communis quietis vindici
hic tumulato
commune pallantiae
beneficii vindex dolentis
gratique animi monumentum
posuit an sal hum MDCLXII


[...] E né anco è a tacere che Bernardino insieme col fratello Francesco, seguendo il desiderio del padre Bartolomeo, fondò ed eresse con istrumento del 16 giugno 1640 una cappellania sotto il titolo di S. Bartolomeo all’altare dell’Annunziata in S. Leonardo, assegnando un fondo di pertiche 140 nel territorio di Caravate nel Varesotto.


Bibliografia
Scrisse molti volumi di cose legali che rimasero manoscritti, ad eccezione di un trattato che fu pubblicato dopo la sua morte col titolo Opusculum de successione municipali, quod non parum prodest ad illustrandum ius municipale Mediolanense ad Rubricam: Delle successioni ab intestato. Proponit auctor et solvit praecipuos et frequentiores in hac materia quaestiones, breviter quidem, sed docte atque prudenter, et non tantum ulitur auctoritatis viribus, sed ratione potissimum nilitur. Mediolani, 1666 in 4°
Delle manoscritte l`Argelati così descrive le due seguenti: Consilia num. DCC. ad statua Mediolanensia illustranda apprime congruentia. Vol. IV, MS servantur apud Heredes.
Ad novas constitutiones Mediolanensis domini commentaria. Ad hoc opus conficiendam totus Auctor noster se dederat, ut ad patrocinandas causas se ipsum evocare decreverit, sed morte praeventus tantus eius imperfectus relictus est. MS ibidem.
Queste opere sono state brevemente accennate anche dal Cotta nel Museo Novarese, pag. 83, n. 235. Noi però possiamo aggiungere ad esse alcuni altri suoi scritti volanti, già resi pubblici per le stampe e che danno luce all’epigrafe surriferita. Tali sono:
Pro regia iurisdictione Palantiae et pro I. C. Bernardino et Francisco fratribus de Innocentiis, dominis iuris piscandi et prohibendi etc. A dilucidazione di questo scritto e dei due seguenti è da sapere che i due fratelli Bernardino e Francesco acquistarono dal Comune di Pallanza con istrumento del 10 agosto 1643, rogato Appiani, le ragioni di pesca nel Lago per quanto estendevasi la giurisdizione di Pallanza, ciò diede motivo a una lite, che ebbe varie vicende, e durò lungo tempo, e non fu terminata che nello scorso secolo con una sentenza del Senato di Torino a favore degli acquirenti.
Pro egia iurisdictione Palantiae, quoad insulas S. Victoris et S. Angeli et iuris piscandi et prohibendi, etc. L’Isola di S. Vittore allora chiamavasi quella che oggidì è detta Isola Madre.
Pro regia iurisdictione Palantiae quoad insulam S. Victoris et iuris piscandi in lacu Verbano adiacenti dictae insulae.
Pro regia iurisdictione Palantiae, etc. E’ una disputa dell’avv. Innocenti risguardante il luogo chiamato al Basso e il Piano detto Pizzola, che si volevano spettare ad altra giurisdizione.
Pro communitate Palantiae contra regium Fiscum et delatorem. Questa disputa risguarda gli antichi dazi.
A Compimento di quanto ho scritto su questo distinto causidico soggiungerò che oltre all’Argelati ed al Cotta , si ha un elogio di lui anche presso il Fontana nel suo Anfiteatro, (P.I. pag. 519) e il Picinelli nell’Ateneo (pag. 88).

[Vincenzo De Vit]