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Azari, Mario

Pallanza, 8 gennaio 1861
Londra, 15 ottobre 1931

Figlio di Pompeo e Pasqualina Erede. Il 7 settembre 1880 conseguì presso l’Università di Torino la licenza in Fisico-Matematica e tre anni dopo, il 12 settembre 1883, la laurea in Ingegneria. Definito dai suoi estimatori dell’epoca padre delle utilizzazioni idroelettriche italiane, fu tra i primi a tradurre in atto la scoperta del trasporto dell’energia elettrica a distanza, avviando l’industria idroelettrica allo sfruttamento della forza idraulica dei corsi d’acqua di montagna.

Fino al 1890 lavorò nel settore ferroviario, forse come dipendente della Società italiana per le strade ferrate del Mediterraneo, poi rivolse i propri interessi professionali verso l’industria elettrica che proprio in quegli anni muoveva i primi passi. All’inizio del 1891 si trasferì a Torino dove iniziò a collaborare con l’ingegnere ed ex deputato Tommaso Agudio. Insieme al famoso collega progettò la mai realizzata ferrovia funicolare di Pallanza (avrebbe dovuto unire, a scopo turistico, la località lacustre con la cima del Monte Rosso) e lo sfruttamento idroelettrico del torrente Cenischia e dei laghi del Cenisio in Val di Susa. Due anni dopo, questa volta in collaborazione con certo Giuseppe Robecchi, elaborò il piano preliminare per lo sfruttamento del bacino imbrifero della Toce. Questi due grandi impianti idroelettrici, importanti per l’approvvigionamento energetico di Torino e Milano, riuscirono ad essere realizzati soltanto all’inizio del secolo seguente, dopo che i progetti e le relative concessioni di derivazione e sfruttamento delle acque subirono una serie di passaggi di proprietà: ceduti dall’Azari alla Continental Water and Electrical Power Syndacate Limited di Londra furono poi acquistati dalla ditta costruttrice Fratelli Marsaglia di Torino. Il primo impianto, quello in Val di Susa, poté essere inaugurato nel 1903 dalla stessa Marsaglia, il secondo, quello in Valdossola, dalla ditta Edison-Conti nel 1908.

Nell’arco di poco più di un decennio, dal 1891 al 1903, l’Azari studiò i bacini imbriferi di gran parte dell’arco alpino occidentale, dando così l’avvio allo sfruttamento del torrente Lys nella Valle di Gressoney (realizzato dalla manifattura Rossari Varzi di Ivrea), della Dora in Val Grisanche (realizzato dalla Società di Applicazioni Elettriche di Torino), dell’alto Tanaro (realizzato dalla Società Idroelettrica Ligure), dei torrenti Liro e Mera in Valtellina (realizzato dalla Motor Baden), dell’alto Po nella Valle del Monviso (realizzato dalla The River Po and Electric Power Sindacate Limited).

Ma il nome dell’ingegnere pallanzese è soprattutto legato all’elaborazione degli studi preliminari per lo sfruttamento idroelettrico dell’alto corso del fiume Adda (1902), studi che convinsero l’Amministrazione comunale di Milano a costruirsi propri impianti di produzione, trasporto e distribuzione di energia elettrica.

Non del tutto compreso in patria, nel 1914 l’Azari si stabilì a Londra, convinto di poter riscuotere oltremanica il giusto riconoscimento professionale. Ma neanche qui la fortuna gli arrise. Finì i suoi giorni povero, costretto a sbarcare il lunario insegnando lingua italiana a ricchi aristocratici inglesi. Fu sepolto in fossa comune nel cimitero cattolico di Kemsal Green di Londra.



Bibliografia

P. Lavatelli, L’ingegnere Mario Azari, il padre delle utilizzazioni idroelettriche italiane, Tipografia Intrese, Intra 1929.

L. Parachini, Per Mario Azari (1861-1931), in «Verbanus» XXIII-2002, pp. 213-221.

[Leonardo Parachini]