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Raineri, Giuseppe

Pallanza, 16 marzo 1863
Pallanza, 19 agosto 1910

Medico, libero docente di Ostetricia all’Università di Torino. Figlio di Zeffirino, sottosegretario in Tribunale, e Giovanna Carones. Fratello di Luigi, sindaco di Pallanza. E’ sepolto nel cimitero monumentale di Pallanza, nella tomba di famiglia

«Era nato nel 1863 in Pallanza e aveva fatto i primi studi al nostro Ginnasio, quindi al Liceo di Novara, eccellendo fin d’allora per l’ingegno e la diligenza. Frequentò l’Università a Torino e fu laureato medico nel 1887, dal 1887 al 1889, fu assistente dell’Ospedale Oftalmico di Torino, dal 1889 al 1891 assistente alla Scuola Ostetrica di Vercelli; nel 1892 titolare della Scuola, ed ottenne la libera docenza di Ostetricia all’Università di Torino.

Nel 1895 fu elevata per suo merito la Scuola di Vercelli a Scuola Primaria. Fece parecchie pubblicazioni e trattati usati nelle scuole di ostetricia. Nel 1898 fu insignito della croce di cavaliere. Vinse il concorso all’Università di Perugia, dove però non andò perché fu trattenuto a Vercelli dalle insistenze di quei cittadini che ne apprezzavano l’opera filantropica e geniale. Numerosissime operazioni compì all’Ospedale di Vercelli e fuori e contemporaneamente tenne il corso libero all’Università di Torino. Durante le vacanze veniva a soggiornare nella sua villa, colla signora, nata Bottino di Vercelli. Qui non prestava assistenza, salvo che all’Ospedale, ove dava gratuita l’opera sua. Fece parte di diverse commissioni, fra le quali di quella che nominò il compianto dottor Massazza a direttore del nostro Ospedale. Fu pure membro del Consiglio Provinciale Sanitario, e venne anche chiamato a diverse cariche pubbliche, ma egli le rifiutò, non avendo ambizioni che per la nobilissima sua professione. Per allargare il campo delle sue ricerche e dei suoi studi, pur mantenendo la Scuola di Vercelli, aveva trasportato la sua residenza a Torino, dove era anche medico primario dell’Ospedale Maria Vittoria. Nel dicembre ultimo, durante un atto operativo contrasse un’infezione cadaverica e ciò malgrado continuò le lezioni e la sua opera alla Scuola ostetrica di Vercelli per tutto l’anno scolastico. Nel luglio, forse prevedendo di non poter più guarire, fu preso da nevrastenia melanconica, che ne aggravò le condizioni di salute. Ieri, alle ore 15.00, mentre i famigliari aprivano il cuore alla speranza, avendo stabilito di recarsi ad una frazione di montagna per curare la sua salute, dolorosamente morì. Accorsero subito il dottor Gennari ed il dottor Maderni, ma la loro opera diligente ed affettuosa fu vana. Lascia a piangerlo, oltre la vedova, tre figli».

La Vedetta, 20 agosto 1910

[Leonardo Parachini]