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Erba, Pietro

Pallanza, 17 gennaio 1802
Genova, 7 novembre 1869

Figlio di Bernardo e Maria Cadorna. Sin dalla gioventù si occupò del commercio di prodotti coloniali e medicinali, accumulando una ingente fortuna. Consigliere comunale, sindaco di Pallanza nel 1860. Sposatosi nel 1839 con Martina Zanna, ebbe quattro figli: Luigi, Ferdinando, Carlo e Marietta.


Discorso pronunciato dal sindaco di Pallanza, ingegnere Pompeo Azari, in occasione del funerale svoltosi nella collegiata di San Leonardo il giorno 11 novembre 1869.
«…L’Erba Pietro sortì i suoi natali in questa Città da egregi e distinti genitori il 17 gennaio 1802 e compì con distinzione gli studi ginnasiali e filosofici nel Reale Collegio di Pallanza. Consentendo ai propri impulsi s’applicò al commercio, cui attese dai primordi in Milano presso una delle più rinomate Case di quel tempo, e ritornato in patria piegò non comune attitudine alle negoziazioni, che gli procacciarono quelle dovizie e quel credito, pei quali gode di tanta fiducia anche in lontane contrade, e per cui vivo mantenne la concorrenza a generale vantaggio.
Nella salita del duro calle della vita desiderò una compagna che nel febbraio 1839 rinvenne nella compitissima signora Martina Zanna, che dotata di preclari virtù lo fece felice di bella, vispa e diletta prole. Egli fu affettuosissimo marito ed amoroso padre, sempre eguale nell’avversa e nella prospera fortuna, modesto, laborioso, leale caritatevole e pio, come ne fa splendida testimonianza ed eloquente encomio la gran massa delle persone accorse a deporre una lagrima sulla tomba di questo egregio nostro concittadino.
Continuando così a dare sempre maggiori prove del suo senno e dei lumi acquisiti nell’esercizio del commercio, per elezione de’ suoi concittadini fu elevato alla carica di Consigliere Comunale, dove poté sempreppiù far rifulgere le pregevoli sue doti personali e l’attaccamento al pubblico bene, e coadiuvando coll’opera e col consiglio rese non lievi servigi alla patria, che amò sempre di fervente amore, non risparmiando pella medesima fatiche e sacrifici.
Reiterate volte fu chiamato a far parte dei Seniori, dei Consigli delegati e della Giunta Municipale, onorato altresì per Reale Decreto nel 1860 della carica di Sindaco di questa sua natale città.
Fu Capitano della Guardia Nazionale, Cassiere dell’Asilo di Infanzia, della Società Filarmonica e del Casino, socio onorario della Società Operaia, membro della Commissione Edilizia e di altre utili e benefiche istituzioni.
Lo distinse sempre nel disimpegno delle singole funzioni la chiaroveggenza, l’assennatezza, il sentimento liberale e progressistico, ed il profondo e senile tatto amministrativo e dell’uomo veramente d’affari, gentile e garbato con tutti, fermo e franco nei suoi propositi.
Il giorno 7 corrente alle ore 3 pomeridiane, in Genova, presso il proprio fratello, ove erasi recato per ottenere qualche miglioramento alla sua salute da oltre un anno scadente, cessava di vivere rassegnato nel conforto della Religione il distinto nostro compatriota, privando la Comunale Amministrazione dell’efficace suo consiglio e lasciando immersi nella profonda doglia la famiglia, i parenti gli amici e quanti ebbero la ventura di conoscerlo.
Un estremo vale pertanto abbiati, o diletto ed esimio Collega, lieve ti sia la terra che ti coprirà, e riposa in pace, che il compianto generale, la memoria dei benefici ricevuti e lo zelo mostrato pel servizio del paese sempre ti accompagneranno nel ricordo dei viventi.
Salve, salve o Erba Pietro!»

 [Leonardo Parachini]