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Castelli, Giuseppe

Gemonio, 18 marzo 1822
Montecatini Terme, 24 maggio 1875

Figlio di Antonio Maria, capo mastro. Nativo di Gemonio, trasferitosi a Pallanza insieme alla famiglia in tenera età, «sino da giovanetto – così scrive il De Vit - manifestò una particolare tendenza all’esercizio dell’arte paterna, e quindi venne impiegato quale assistente a varii grandiosi lavori sotto la direzione dell’esperto [imprenditore edile] Tommaso Croppi». Dopo la morte di questi, avvenuta nel 1860, si mise in proprio, superando di gran lunga il maestro; in poco meno di tre lustri accumulò un ingente patrimonio prendendo in appalto la realizzazione di grandi opere infrastrutturali: ponti, strade, canali navigabili. Ricordiamo fra gli altri la costruzione in Voivodina (allora Ungheria) - in società con l’intrese Vittore Caramora e il pallanzese Giovanni Franzi - di un canale artificiale detto canale Türr, dal nome del progettista, il generale garibaldino Stefano Türr, in quegli anni proprietario di una villa a Pallanza. Insieme ai due soci acquistò una vastissima tenuta a San Giuliano di Toscanella nel Viterbese.

Per dieci anni fu presidente della Società Operaia, della succursale della Banca di Vercelli, membro del comitato di gestione dell’Asilo e del consiglio della Congregazione di Carità.

Con testamenti olografi datati 15 ottobre 1873 e il 12 agosto 1874, lasciò alla Congregazione di Carità di Pallanza il palazzo Viani-Dugnani e tutte le sue sostanze, coll’obbligo di «costruire un nuovo fabbricato per uso di ospitale di carità per i poveri della città di Pallanza e militari del distaccamento». Sempre per volontà del benefattore questo ospedale doveva intitolarsi “Ospitale Giuseppe Castelli”.

Con Decreto Regio 6 gennaio 1876 la Congregazione di Carità di Pallanza ottenne l’autorizzazione ad accettare l’eredità, valutata in lire 716.912,56 ridottasi poi, a causa di liti con la famiglia Castelli e fallimenti di debitori, a circa 400.000 lire. Progettò l’ospedale l’architetto Febo Bottini, che ne diresse anche i lavori, iniziati nel 1879 e terminati l’anno seguente. Il nosocomio costò circa 85.000 lire, più 12.000 lire per le spese del mobilio di primo impianto. Fu inaugurato il 1° giugno 1881.

All’interno dell’ospedale, in cima allo scalone centrale, un busto in marmo, opera dello scultore Ercole Villa di Vercelli, così ricorda il generoso benefattore:

A
GIUSEPPE CASTELLI
ESEMPIO DI OPEROSITÀ
E SAGACIA AGLI OPERAI
DI GENEROSITÀ AI RICCHI
CHE IL PATRIMONIO ACQUISTATO
COL LAVORO AL POVERO LEGAVA
QUESTO MONUMENTO FECE ERIGERE
LA CONGREGAZIONE DI CARITÀ
DI PALLANZA
DA LUI PRECIPUAMENTE BENEFICATA
NACQUE IL XVIII MARZO MDCCCXXII
MORÌ IL XXIV MAGGIO MDCCCLXXV

 

Sulla scalinata d’ingresso all’ex sede della Società Operaia di Pallanza una lapide così recita

A CASTELLI GIUSEPPE
GIÀ PRESIDENTE DELLA SOCIETÀ DEGLI OPERAI
E DELLA BANCA SUCCURSALE DI VERCELLI
MEMBRO DEL MUNICIPIO DELL’ASILO
E DELLA CONGREGAZIONE DI CARITÀ DI PALLANZA
IL QUALE DA SEMPLICE OPERAIO SEPPE
COLL’INDUSTRIA E L’INDEFESSO LAVORO
ACQUISTARSI FAMA ONORATA E RICCO CENSO
CUI MORENDO AI POVERI LEGAVA
QUESTA LAPIDE FECE APPORRE RICONOSCENTE
LA SOCIETÀ DEGLI OPERAI DI PALLANZA
DA LUI BENEFICATA PERCHé I POSTERI RICORDINO
CON VENERAZIONE IL NOME
DI UN GRANDE BENEFATTORE DEL POPOLO
NACQUE IL XVIII MARZO MDCCCXXII MORÌ IL XXIV MAGGIO
MDCCCLXXV


Bibliografia:
V. De Vit, Il Lago Maggiore Stresa e le Isole Borromee, Prato 1875-1878, tomo IV, pp. 79-80.
A. Viani, Pallanza antica e nuova, Eredi Vercellini, Pallanza 1891.
A. Moriggia, Intorno all’origine e al decorso delle varie Istituzioni di Beneficenza amministrate dalla Congregazione di Carità di Pallanza, Eredi Vercellini, Pallanza 1901.
G. Silengo, Gli archivi di Villa Caramora a Verbania, in «Verbanus» 22-2001.
G. Margarini, L. Parachini, Giovanni Franzi. Ascesa e caduta di un "commerciante", in «Verbanus» 28-2007, pp. 243-260.


[Leonardo Parachini]