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Baiettini, Giovanni Antonio

Intra, 1490
Milano, 20 agosto 1569

Intrese di nascita, figlio di Giovanni de Baiettinis, si trasferì a Milano [1], ove esercitò, in società con Francesco Ghiringhelli, anche lui intrese, l’arte del tintore, accumulando una ingente fortuna [2]. Si sposò con Angela Benzoni, vedova con una figlia, ma da lei non ebbe prole. Morì nel capoluogo lombardo all’età di circa ottant’anni [3], venne sepolto, per sua espressa volontà, nella chiesa di Santa Maria del Gesù, a Porta Nuova.

Se le note biografiche riguardanti il Baiettini sono scarse, molto invece conosciamo riguardo alle sue volontà testamentarie poiché beneficarono grandemente il borgo natio.

Con testamento rogato in Milano, il 19 aprile del 1568, dal notaio Luigi da Decio [4], lasciò alla moglie Angela - uxori miae dilectissimae - il vestiario e gli ornamenti personali e in usufrutto le tre case da lui possedute in Milano, con l’aggiunta d’un assegno annuo di lire cinquecento. Tal lascito era però vincolato ad una condizione: che la moglie (+ 27/11/1577) non si risposasse; ipsa tamen uxore mea stante in habitu viduali, et lectum et honorem meum honeste custodiente; et non aliter.

A Giacomina, figlia del fratello Francesco, maritata all’intrese Francesco Franzosini, lasciò i beni immobili da lui posseduti a Intra (probabilmente di provenienza familiare). Vi aggiunse inoltre un legato di lire undicimila, vincolandolo alla discendenza maschile di lei.

Alla figliastra, Caterina, assegnò ottocento lire da pagarsi una volta tanto entro due anni dal suo decesso.

A Francesco Ghiringhelli, socio nell’esercizio della tintoria, e marito della figliastra, lasciò gli attrezzi e gli utensili dell’officina.

Alla Scuola o Confraternita di Santa Marta, eretta in Intra, legò la somma di lire quattromila,  - da impiegarsi in beni stabili, con divieto assoluto di alienazione - disponendo che il reddito che annualmente se ne ricavava fosse consegnato ad uno degli speziali intresi (uno ex Aromatarijs dicti loci Intrae) affinché somministrasse medicinali agli infermi poveri del luogo, scelti dai Confratelli legatarii in unione cogli eredi di lui.

Il Baiettini dichiarò erede universale del rimanente delle sue sostanze la Confraternita intrese di San Giuseppe - che aveva sede nella chiesa di Santa Maria (attuale San Giuseppe) - con l’obbligo perpetuo di dotare ogni anno, quattro ragazze da marito, povere, di buon nome, buona condizione e fama assegnando a ciascuna duecento lire. Inoltre obbligava i Confratelli a distribuire quattro volte l’anno (ogni tre mesi), ai poveri da loro scelti insieme agli eredi, un’emina di mistura, cioè di segale e di miglio in parti uguali.

In ultimo il testatore specificava che le elemosine da lui volute dovevano essere fatte nel modo e nella forma usati dai deputati della Carità e della Misericordia di Milano.

 

In via San Vittore 86, sulla facciata della ex casa Müller (poi sede della Pretura), proprio di fronte alla facciata della basilica di San Vittore, è ancora ben visibile una lapide in marmo con la seguente epigrafe:

 O. P. BAIETTINI

LEGATO GIOV. ANTONIO BAIETTINI

1568

 

[1] Risiedeva in contrada di Borgospesso, parrocchia di San Bartolomeo, a Porta Nuova.

[2] Al tempo del testamento, la sostanza da lui posseduta consisteva in crediti vari per un totale di lire 31.959. Possedeva inoltre, a Milano la tintoria, due case contigue, in contrada di Borgospesso (Porta Nuova) e una casa in Contrada del Gesù (Porta Nuova); a Baselica, presso la Chiarella nel Pavese, una casa, un appezzamento di terra a campo di pertiche 14, tavole 9 e piedi 10; in territorio di Pavia, una tenuta detta di Scaccabarozzi, della superficie di pertiche 498 e tavole 23, con casa colonica, vigna, campi e prati.

[3] Porte Nove, parochie Sancti Bartolomei. Dominus Antonius Baietinus de Intra, annorum LXXX, vel circa, decessit, ex distillatione, sine suspitione pestis, judicio Magnifici Domini Hieronimi Molteni phisici collegialis.

[4] Fatto nella casa d’abitazione di me notaio infrascritto, situata in Porta Nuova, parrocchia di Sant’Andrea, alla Pusterla Nuova di Milano, presenti Benedetto de’ Perego, figlio del sig. Gio. Maria, di Porta Orientale, parrocchia di Santo Stefano in Brolo fuori Milano, e il signor Nicolò de’ Sommariva, figlio del nobile Gio. Stefano, della sopradetta provincia, porta e parrocchia, entrambi di Milano, notai e pronotai a ciò specialmente chiamati e pregati, quivi presenti.
Testimoni, Gerolamo e Cesare fratelli da Decio, figli di me notaio infrascritto, il signor Gerolamo de’ Usmago, del fu signor Leone, tutti delle anzidette Porta Nuova e parrocchia Sant’Andrea, come sopra, il signor Gio. Angelo de’ Regibus da Ello, del fu signor Battista, e il signor Gio. Angelo de’ Salla, del fu signor Bernardo, entrambi della sopradette Porta Nuova e parrocchia di Sant’Andrea, come sopra, tutti testi noti. . .
Io, Luigi da Decio, del fu signor Evangelista, della città di Milano, Porta Nuova, parrocchia di Sant’Andrea alla Pusterla Nuova, per imperiale e apostolica autorità pubblico notaio, pregato, rilasciai il presente atto. . . 

 

Bibliografia

C. Müller, Giov. Antonio Baiettini e il suo testamento, Tipo-litografia Almasio, Intra 1915.

[Leonardo Parachini]